di Slawka G. Scarso
Con una candelina numero zero sulla torta, la settimana scorsa abbiamo festeggiato la nascita della rivista "Il Pendolo" - uno dei progetti più belli che mi sia mai capitato di portare avanti. La Rivista (freepress a partire dal numero 1, il numero 0 l'abbiamo autofinanziato) è una delle iniziative più importanti del Circolo Letterario Bel-Ami, un progetto al quale abbiamo dedicato tante e tante ore (magari rubate al sonno) ma i risultati si vedono: è bella esteticamente e ricca nei contenuti. E non lo dico solo perché ogni scarrafone...
Il Reprise l'aveva usato anche George Micheal ai tempi di Listening Without Prejudice Vol II.
Lo so, lo so, ancora non ho finito di pubblicare le foto del Cammino di Santiago e già pubblico quelle di Fisterra... vabbè, comunque, ecco il link!
Con quaranta minuti di anticipo sul volo ieri sera sono rientrata in Italia. La commozione nel toccare terra e' stata incredibile... Nelle prossime ore conto di mettere online una selezione di foto del Cammino - una selezione, perchè le foto sono davvero tante. Per il momento pubblico questa, che mi ritrae da pellegrina, a 100 km esatti da Santiago.L'OCEANO!
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Paese deserto, neppure un negozio. Cena con zuppa fatta dai volontari, pane e frutta. Caldo e febbre. Domani forse oceano in vista.
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Arrivata a Santiago. Fiumi di lacrime, un compagno di viaggio con i fazzoletti. Basteranno 255 km a piedi per le mie preghiere?
30 km percorsi solo oggi, sul finire pensavo di non farcela: ma volevo sentirmi una pellegrina macina-km anch'io. -21 a Santiago.
Cammino sola, silenzio rotto dai miei passi e dal rumore della pioggia sulle foglie di castagno, noce, eucalipto. 51 km a Santiago.
Secondo giorno in Galizia, di nuovo sola: boschi tetri, nebbia spettrale, verde delizia per gli occhi. E poi mucche mucche mucche.
giornata no: ho lasciato il coprizaino a ponferrada e ora piove a dirotto. Speriamo che me l'abbiano mandato con i ciclisti...
nota del pomeriggio. Il tempo e' migliorato, ora un po' di sole c'e'. Certo il coprizaino e' scomparso nel nulla. Pensavo che le due signore con cui avevo fatto gli ultimi due giorni di viaggio, sapendo dove ero diretta - loro sono ripartite oggi per Santiago in pullman - me l'avessero mandato con i ciclisti. Ho provato a chiamare qualche albergue dos pelegrinos, ma nulla. Nessun coprizaino nero.
Vabbe', speriamo che il poncho usa e getta che mi sono comprata nel frattempo regga questa perturbazione - a quanto pare ne avremo ancora per un paio di giorni, e ora per giunta si sale pure... raggiungero' nel giro di due giorni i 1300 metri - anche se il punto piu' alto e' stato alla Cruz de Fierro - 1524 m slm... un bel freschetto ;-)
50 km, su sentieri argillosi, sabbiosi, sassosi. Colline dolci e dislivelli impietosi. Sola sul cammino, nuove conoscenze all'arrivo.
Tra montagne- dromedario e la fine delle mesetas arrivo ad astorga. Commossa vedendo il 1o pellegrino lungo il Cammino. Domani io.
A passo di lumaca, parto.
In Polonia non ho più molti parenti. La maggior parte della famiglia, per motivi politici, non è rientrata in Polonia alla fine della guerra, e ora vive a Londra. Un po' per via di mio nonno e di Katyn, un po' perché dalla parte di mia nonna non avevano più una casa visto che dopo la guerra la Polonia da cui venivano loro è passata all'Ucraina.
Lasciamo stare l'incidente di Katowice. Questi ultimi due-tre giorni in Polonia sono stati eccezionali. Intensi. Indimenticabili.
Oggi gita lungo il Dunajec, il fiume che in molti punti segna il confine tra Polonia e Repubblica Slovacca (i bagnanti nella foto sono slovacchi a proposito). La gita sulle vecchie zattere di legno dura un po' più di 2 ore, e anche se l'avevo già fatta valeva davvero la pena ripeterla: i paesaggi sono splendidi.
(appena 700). Un posto da togliere il fiato, con legno colorato sui soffitti secondo la tradizione gotica e un polittico raffigurante tra gli altri la Madonna e San Michele Arcangelo. Purtroppo era vietato fare foto all'interno, ma vedrò di scansionare le cartoline che ho comprato lì.
L'esame è andato bene, almeno credo. Tutto sommato le cose le sapevo fare, quindi salvo qualche immancabile errore di distrazione, ma soprattutto di spelling, dovrebbe essere andato bene. Vai a sapere poi perchè mi pongo il problema...
Oggi pomeriggio sono andata al museo di arte contemporanea polacca (una mezzoretta di cammino dal dormitorio studentesco). Un museo davvero bello con alcune opere particolarmente toccanti (come la Marcia Funebre-Marsz Zalobny di Podkowinski, un'opera del 1894 o la Testa di ragazzo/Glowa chlopca di Gwodeczki, incredibilmente inquietante) e altre che mi hanno invece disturbato (quelle di Katarzyna Kozyra e Marta Deskar che erano semplicemente inquitanti e scomode senza essere attraenti). Mi ha impressionato la sezione dedicata alla Scuola di Cracovia (qui c'è un'importante Accademia delle Belle Arti). Le opere risalivano in grossa parte agli anni Settanta e mi ha impressionato il modo in cui sembrava esserci una certa omologazione a tanta parte dell'arte "occidentale" che si vede tuttora. Un senso di provocazione tout-cour, senza avere grossi contenuti da trasmettere. Non riuscivo a capire questa similarità al peggio dell'occidente quando erano ancora gli anni '70, e al tempo stesso questa mancanza di contenuti in un paese che all'epoca ne avrebbe avute di cose da denunciare... Rimarrò con questo dubbio da spiegare fino al mio ritorno a Roma probabilmente, rincuorata dal fatto che la seconda parte della stessa sala raccoglieva invece opere dello stesso periodo ma evidentemente più dense di significati (Danuta Urbanowicz era la mia preferita tra quelli).
Che strano periodo questo. La mia seconda esperienza polacca si sta rivelando completamente diversa da quella passata. Ero venuta senza tutti quei sogni romantici che mi avevano accompagnato lungo il viaggio per Cracovia 9 anni fa, ma forse questa esperienza si sta rivelando ancora più intensa, emotivamente.
L'ultima volta (9 anni fa) ci avevano portato a Jezioro Morskie Oko, un piccolo lago non distante da un ghiacciaio, su in alto, sulle montagne sopra Zacopane. Non un sentiero, ma una strada che quando era sterrata era comunque ben battuta.
alto di una 30ina di metri. Sentieri splendidi, ripidi, scivolosi in alcuni tratti, in mezzo a una foresta spesso molto fitta. Splendido.
succedendo. Che non capisce che il bello della montagna è il silenzio, "disturbato" solo da qualche uccellino, o dal fruscio degli alberi, fitti fitti.

l'accento giapponese quando si parla in polacco?
Finalmente ho trovato l'occasione per fare un giro nel centro storico. Tra una lezione di grammatica polacca (!!!) e il corso di letteratura polacca (uno dei corsi più appassionanti mai frequentati finora visto che la prof è riuscita a trasmettere appieno quanto la storia della Polonia ne abbia influenzato la letteratura e quanto la letteratura riesca a riassumere meglio di qualunque altra cosa, inclusa la storia stessa, cosa significa essere polacchi), sono andata in centro a fare due passi attraverso il Rynek Glowny (la piazza principale, quella del mercato), Sukiennicy (piena di bancarelle di prodotti artigianali e di ambra) e il Kosciol Mariacki.
Purtroppo sono arrivata solo alla fine del pezzo suonato dal trombettista sulla torre della chiesa, perciò ne parlerò meglio nei prossimi giorni e magari pubblicherò pure un filmato per far capire meglio di cosa si tratta. Per il momento, giusto un paio di foto.